A1 femminile

Al "Festival dello Sport" l'annuncio di Francesca Piccinini: "A fine stagione smetterò di giocare"

13.10.2018 19:40

 

di Nicola Baldo

 

Poche parole ma nette, decise, chiare. Adesso basta. A fine stagione Francesca Piccinini appenderà al proverbiale chiodo le sue ginocchiere. A quasi 40 anni, li compirà il prossimo 10 gennaio, la mitica schiacciatrice toscana ha deciso di dire basta con la pallavolo giocata.

 

«Quest'anno mi divertirò ancora e poi penso di dire basta, di smettere di giocare». La campionessa del Mondo 2002 con la nazionale allora guidata da Marco Bonitta ormai ha deciso. Certo, di tempo per cambiare idea ce n'è ancora parecchio. In tutta questa stagione c'è ancora tempo per decidere di continuare ma, per ora, le idee della campionessa nata a Massa sono chiare. «La mia vita da sportiva mi porterà anche dopo il mio ritiro ad avere delle regole e degli obiettivi ben precisi – ha spiegato – non starò certamente a casa con le mani in mano. Andrò alla ricerca di stimoli ed obiettivi sempre nuovo, cercherò di mettermi in gioco in una nuova parte della mia vita. Anche parlando con altre ragazze che hanno smesso mi hanno confermato come dopo sia davvero tutto un altro mondo, sono anche curiosa di affacciarmi a questa nuova fase della mia vita».

 

Nel corso della mattinata di oggi la “Picci”, intervistata dall'amica ed ex compagna di nazionale Maurizia Cacciatori, ha ripercorso la propria carriera. Dai primi approcci con l'allora pallone bianco da volley all'uscita da casa adolescente per inseguire il sogno di giocare a volley da professionista. Fino a costruire poi una carriera leggendaria. «Ancora oggi in palestra sono io che trascino quelle di 18 o 19 anni – ha continuato la Piccinini – io tengo bene il ritmo dell'allenamento e loro sono lì paonazze. Ma nonostante tutto, nonostante mi senta ancora bene, penso davvero che questo sarà il mio ultimo anno. L'allenatrice? No, non penso farò quello. A me piace molto aiutare le mie compagne ma in campo, dall'esterno non riuscirei ad essere altrettanto utile alla squadra. In palestra andrò solamente per fare zumba o crossfit, per restare un po' in forma, ma non per allenare».

 

«Lo scorso Natale mio padre, che conserva tutto di me, tutte le mie interviste ed i dvd delle partite, mi ha regalato la mia “Enciclopedia”. Sono 24 volumi di materiale, da quando ero piccola ad oggi...». A parte la doccia gelata dell'annuncio del ritiro della “Picci”, la mattinata ha visto le due regine dell'italico volley raccontare e raccontarsi. Da cosa vuol dire essere donna nello sport. Essere conosciute, prima, perché si è belle e non perché si è brave o vincenti. «Belle sì, ma poi in campo la nostra rivincita ce la siamo presa...» ha commentato Francesca fra gli applausi.

 

Aneddoti delle annate insieme a Bergamo e, soprattutto, della nazionale. Degli anni in azzurro nei quali Julio Velasco le obbligava ad imparare bene l'inglese ed a rispettare le tradizioni culinarie dei paesi nei quali andavano a giocare. «Ad Ekaterinenburg, una volta – ricorda la Cacciatori – a colazione trovammo una lingua bollita con il cetriolo. Una cosa immangiabile. Ci provammo ma niente da fare... Per fortuna la Togut si era portata dei salami nella valigia». Aneddoti che hanno toccato anche le incazzature di Velasco perché, al primo tentativo, la “Picci” fu bocciata all'esame teorico per la patente. «Lo ammetto, non avevo studiato niente – ricorda la schiacciatrice ora a Novara – ci ho provato, ma Velasco si arrabbiò molto perché questo voleva dire per me dover saltare un altro giorno di allenamento per rifare l'esame. Al secondo tentativo l'ho superato».

 

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