Le parole di Lega Femminile e Coni sul "caso Tifanny"
Il presidente della Lega Pallavolo Serie A Femminile Mauro Fabris ha inviato nei giorni scorsi al presidente della Federazione Italiana Pallavolo Carlo Magri e per conoscenza al presidente del Coni Giovanni Malagò una lettera in merito al tesseramento di Tifanny Abreu, la schiacciatrice brasiliana della Golem Software Palmi.
Si pubblica di seguito il contenuto integrale della lettera:
“Caro Presidente,
alla luce delle ultime vicende relative al tesseramento dell’atleta Tifanny De Abreu per la società di Palmi partecipante al Campionato di A2 femminile, nel rispetto assoluto dei diritti e della sensibilità di tutte le persone coinvolte, secondo una cultura e un’educazione al rispetto già dimostrata in passato dalla Lega per questioni analoghe, che hanno suscitato grande interesse e discussione sui media nazionali, tra gli appassionati, le nostre atlete e i nostri Club, ci rivolgiamo a te, per conoscenza al Presidente del CONI, organo emanazione del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), per avere i chiarimenti opportuni riferiti all’applicazione, nel caso in questione, delle normative per atleti transgender e per avviare un confronto sereno e responsabile, unicamente dal punto di vista del futuro della nostra disciplina sportiva, del movimento pallavolistico femminile di vertice, di fronte a simili vicende. Vicende e scelte individuali delle persone, lo ripeto, non certo facili e prive di sofferenza, che noi rispettiamo e accettiamo nella maniera più assoluta.
Premettiamo che siamo a conoscenza delle norme del CIO che disciplinano il cambiamento di genere e delle procedure che disciplinano tale materia come definito nel Regolamento dei Giochi Olimpici validato da parte dell’Executive Board del CIO in accordo con la Regola 19.3.10 della Carta Olimpica.
Siamo altresì a conoscenza che il Consensus Meeting del Novembre 2015, relativo al tema denominato “Sex Reassignement and Hyperandrogenism”, ha evidenziato alcune linee guida per le organizzazioni sportive quando si tratta di determinare l’eleggibilità a competere da parte di atleti maschi e atlete femmine.
Ovviamente nulla abbiamo da eccepire su queste normative.
Il nostro movimento chiede però di venire a conoscenza se queste indicazioni del CIO siano state recepite e correttamente applicate dalla FIVB e di conseguenza dalla FIPAV.
Inoltre, nel caso ci sia stata la corretta e completa applicazione delle linee guida emanate dal CIO, vorremmo essere confortati sui dati che disciplinano l’applicazione dei protocolli, sempre e comunque nell’ottica di salvaguardia dei diritti delle persone e della totale tutela della privacy. Infatti le linee guida per determinare la transizione di genere, dal genere maschile al genere femminile, prevedono, al punto 2.2 e 2.3 del paragrafo 1 denominato Transgender Guidelines successivo al Consensus Meeting a cui ho fatto sopra riferimento, che il livello di testosterone nel sangue debba essere inferiore a 10 nmol/L per almeno 12 mesi precedenti la prima competizione.
La certezza che questi protocolli siano stati seguiti e che rientrino nelle norme descritte, solleverebbe sicuramente l’intero movimento da dubbi dannosi per la sua credibilità.
Pertanto ci rivolgiamo a te in qualità di Presidente dell’ente preposto all’organizzazione ed alla regolamentazione della nostra disciplina in Italia, per avere tutte le informazioni al riguardo, necessarie alla salvaguardia della correttezza del nostro Campionato e per rispetto a tutte le nostre atlete.
Infine, caro Presidente, nel renderci pienamente conto della delicatezza e complessità di un tema così sensibile, ma anche consapevoli del fatto che proprio per tali particolarità, nell’ambito sportivo, l’unico che ci compete, la Lega che rappresento non ha possibilità di intervenire e gestire il futuro, crediamo sia giunto il momento di chiedere alla Federazione di valutare l’opportunità di aprire, in sede nazionale e internazionale, una valutazione circa le modalità di inserimento degli atleti transgender in una disciplina femminile a squadre di vertice come la nostra.
Nel confidare in una risposta da parte della Federazione, colgo l’occasione di inviarti i miei saluti più cordiali”.
Di seguito la risposta del presidente del Coni, Giovanni Malagò, riportata dall'Ansa.
"Se gli elementi sono stati verificati, credo non solo che non se ne debba parlare ma che sia necessario chiedere scusa all'atleta". Lo dice con decisione il presidente del Coni, Giovanni Malagò, parlando della polemica relativa a Tifanny Pereira, la pallavolista trans brasiliana ingaggiata dalla Millenium Brescia. "Il concetto e' semplicissimo - spiega il capo dello sport italiano - il Cio ha emanato prescrizioni di carattere numerico relative al livello di testosterone sotto cui non c'è nessun problema. Sopra i livelli di testosterone consentiti è doping", al contrario "se gli elementi sono stati verificati credo non solo che non se ne debba parlare" e "di conseguenza l'argomento è chiuso e non c'è da agitarsi troppo". E il presidente della della Lega volley femminile Mauro Fabris ha scritto una lettera allo stesso Malagò e al presidente della Federazione pallavolo Carlo Magri in cui chiede chiarimenti sulla vicenda.
(fonte Lega Pallavolo Serie A Femminile ed Ansa)
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