A2 femminile

La Fipav nazionale chiarisce le norme sui transgender: "Conta solo il testosterone"

16.03.2017 15:33

 

In merito alle norme federali per il tesseramento di atleti transgender, con la volontà di fare maggiore chiarezza sulla materia, la Fipav precisa quanto segue.

Dopo aver effettuato un consulto medico-scientifico con l’Istituto di Scienza dello Sport del CONI riguardante la possibilità di regolamentare, in ambito sportivo, la materia degli atleti transgender la Federazione Italiana Pallavolo conferma che la normativa di riferimento rimane in senso assoluto quella emanata dal CIO.

Il documento in questione è il “Sex Reassignment and Hyperandrogenism”, datato novembre 2015, e contenente raccomandazioni che hanno riempito un vuoto normativo, allineando il sistema sportivo alle più moderne norme giuridiche che definiscono l’identità di genere.

Più specificatamente si sottolinea che oggi l’unico indicatore medico-scientifico che può dire se un atleta può giocare in una categoria maschile o in quella femminile è il livello di testosterone.

Tale livello, per poter essere considerati atleta donna non dovrà eccedere per un anno intero i dieci nanogrammi per litro e dovrà essere raggiunto un anno prima dell’evento sportivo al quale si intende partecipare.

Il rispetto di tale condizione può essere monitorato da appositi test ed in caso di non conformità l’atleta dovrà essere sospesa dalle competizioni per la durata di dodici mesi.

L’unica autorità competente alla ricezione e alla valutazione dei dati medico-scientifici relativi ai monitoraggi è il Medico Federale.

(fonte Fipav nazionale)

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