Giovanile femminile, la proposta: una "finale provinciale" per le squadre che non rientrano nelle "magnifiche sei"
di Nicola Baldo
Parlando di campionati giovanili femminili, in queste ultime stagioni si è optato sempre più per separare nella seconda fase di Under 14 ed Under 16 le migliori sei dalle altre. Suddividere, insomma, per meritocrazia le squadre in base ai risultati ottenuti nella prima fase. Con la creazione del “girone Elite” o girone A che dir si voglia, con le migliori 4 squadre altoatesine. Ci sta, principio giusto ed oggettivo, scelta più che legittima.
Ma se si ripensasse alla seconda fascia dei campionati Under 14 ed Under 16? Se si provasse una cosa nuova? Potendo “giocare” un po' sul fatto che il solo Trentino è, in sé, una provincia ma a livello federale ha lo status di regione, separata quindi dall'Alto Adige.
Ovvero nel creare due percorsi, uno quello già esistente di fatto da anni ovvero la “fase regionale” con la consueta final four dopo questo girone a dieci con sei trentine e quattro altoatesine. Ovvero così com'è ora. Ma sperimentando “sotto” anche una “fase provinciale”. Con tanto di titolo di “campione provinciale”. Invertendo un po' quello che accade in regioni più grandi come Lombardia o Veneto dove prima c'è la fase provinciale e poi le migliori di ogni provincia accedono alla fase regionale.
L'obiettivo è che quelle squadre che non rientrano nelle “magnifiche sei”, nelle migliori sei di tutto il Trentino, possano confrontarsi per un risultato tangibile, concreto, immediato. Almeno per qualche mese dopo la sosta di Natale. Appunto, la qualificazione ad una finale provinciale. Che non dà accesso a finali nazionali né altro, ma che permetterebbe a tutte le squadre che – come quest'anno – già a metà dicembre sarebbero altrimenti fuori dalle migliori, di avere ancora un obiettivo di classifica da raggiungere. Chiaro, nel giovanile l'obiettivo numero uno è la crescita tecnica delle ragazze, questo è innegabile. Ma se accanto a questo si riesce anche a metterci la necessità di concentrarsi, impegnarsi, volontà e comportarsi in un certo modo, visto che si è in lotta per un risultato almeno fino ai primi mesi dell'anno nuovo, male non farebbe a nessuno.
Anche perché questa fase provinciale si può organizzare in modo molto semplice, senza final four, premiazioni, magliette eccetera. Bensì con dei playoff fra le prime squadre classificate dei vari gironi della seconda fase così da coinvolgere quante più squadre possibili. In turni di ottavi, quarti, seminale e finale, con gare di andata e ritorno, così da lasciare la porta aperta il più possibile a quante più realtà della nostra pallavolo di almeno provare a giocare per un titolo.
Strutturato in questo modo, senza una final four (nonostante il fascino che queste giornate hanno sempre sui giovani) dal punto di vista organizzativo ci sarebbero anche costi molto limitati per la Federazione. Una coppa alla prima classificata ed una targa alla seconda dopo la finalissima, oltre ovviamente agli arbitraggi che però ci sono comunque anche con la seconda fascia di squadre U14 e U16 strutturate in questo modo.
Facciamo un esempio pratico. Nel campionato Under 16 femminile di questa stagione, ad esempio, nel secondo raggruppamento ci sono 6 squadre trentine e 17 poi nel terzo girone. Complessivamente quindi 23 squadre su 29 che a metà dicembre non sono andate nel girone Elite. Che tenute in un'unica fascia possono dar vita alla “fase provinciale”, ovvero una fase che metta in palio il titolo provinciale. Sempre per esempio pratico: due gironi da 12 e da 11 squadre che si affrontano in partite di sola andata da metà gennaio a fine marzo. Con aprile e maggio mesi dedicati poi a quest'ultima fase, a playoff oppure a pool che sia.
Le prime otto classificate si affrontano, incrociate prima A vs ottava B e seconda A vs settima B e così via, negli ottavi di finale. Che diventeranno poi, secondo il più classico dei tabelloni, quarti, semifinale e finalissima. Mentre le squadre non qualificate per i playoff potranno affrontarsi fra loro in un ultimo girone.
O, in alternativa, se si vogliono far giocare tutte fino in fondo, fino a maggio, anziché i playoff si possono creare le pool. Le prime 5 classificate di ognuno dei due gironi vanno a creare la pool per la vittoria del titolo provinciale, affrontandosi anche qui in partite di sola andata e solamente contro le 5 squadre provenienti dall'altro girone. Portandosi però dietro con sé, in questo raggruppamento finale, i punti fatti contro le altre 4 squadre qualificate dal medesimo girone. Stessa cosa per le squadre che hanno chiuso invece dalla sesta posizione in giù, che se la vedrebbero in un ultimo girone “di consolazione”. In questo modo ad aprile non sarebbe eliminato nessuno come invece succederebbe con il tabellone playoff, e tutte le squadre giocherebbero fino a maggio.
Una proposta, alcuni spunti. Per cercare soprattutto di dare un obiettivo ravvicinato a tutte le società e le squadre. Anche a quelle che non rientrano nelle “magnifiche sei”. E che, alla lunga, possano anche premiare quelle squadre e quei gruppi che crescono parecchio a livello tecnico lavorando tanto e bene in palestra, visto che avrebbero anche in primavera e non solamente prima di Natale, l'occasione di lottare per un risultato. Dopo mesi e mesi di lavoro in palestra.
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