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La Fip blocca tutti i campionati sotto alla serie A ed il volley? Sono rimaste due le opzioni sul piatto...

27.03.2020 23:08

 

di Nicola Baldo

 

La Fip nazionale, la Federazione italiana pallacanestro, ha deciso. A parte i campionati di serie A, A2 e serie B, quindi tutti i tornei sovraregionali come la serie C e tutti quelli regionali, provinciali e giovanili, si fermano qui. Annullata la stagione, se e come fare eventuali promozioni e retrocessioni la Fip nazionale lo comunicherà in questi giorni ma, intanto, una decisione definitiva è stata presa. La grandissima parte dei campionati di pallacanestro finiscono qui. Le società hanno già oggi la certezza di non dover più preoccuparsi dell'immediato e possono, invece, iniziare già adesso a programmare la prossima stagione sportiva.

 

E la domanda, a questo punto, diventa automatica: e la pallavolo?

 

Per ora la Fipav ha deciso di non decidere. Ovvero di procrastinare di qualche tempo una scelta, in base a come si evolverà la situazione del virus in Italia e dei prossimi provvedimenti governativi.

 

Chiaramente, il percorso del volley giovanile è legato a doppio filo con quello scolastico. Se riapriranno, prima o poi, le scuole allora qualche speranza di rivedere il campo anche per le squadre giovanili ci sarà. Mentre se queste dovessero proseguire fino a giugno con la didattica online, allora sarebbe impossibile poter riportare ragazzi e ragazze in palestra per finire i campionati. Non avrebbe senso, infatti, tenerli a casa da scuola per poi invece portarli praticamente nello stesso edificio scolastico per gli allenamenti. Visto che l'80 per cento degli impianti utilizzati in Italia sono scolastici.

 

Diverso è il discorso per quelle realtà, per i campionati di B, regionali e provinciali fatti soprattutto da persone maggiorenni. Che la serie A, per ovvi motivi, farà di tutto per giocare anche a giugno e luglio se servisse pur di finire i campionati è una certezza. Se poi ci riuscirà si vedrà più avanti. Ma per tutti gli altri campionati il dibattito è no aperto, ma spalancato. Perché in tanti dicono “meglio finirla qui, che senso avrebbe tornare in palestra dopo magari oltre due mesi fermi?”. A quel punto i valori emersi da settembre a febbraio sarebbero tutti rimescolati, inevitabilmente, con pochissimo tempo per "riaccendere la macchina" in quello che diventerebbe di fatto un nuovo inizio di stagione. Ed altri che, invece, pur di completare la stagione in qualche modo sarebbero pronti a riportare ragazzi e ragazze in palestra per giocare a giugno.

 

Le possibilità così, di base, sono due.

 

1. Chiudere qui la stagione e decidere. Si riparte a settembre con le squadre nelle medesime categorie (fermo restando, ovviamente, eventuali scambi di titoli estivi) oppure si decidono promozioni e retrocessioni sulla base delle classifiche parziali?

 

2. Si decide di provare a concludere i campionati, aspettando il via libera da Governo e Coni, anche se ciò costasse un ritorno in campo a giugno. Con la consapevolezza che il 30 giugno, a meno di interventi normativi e legislativi, scadono i tesseramenti di tutti gli atleti d'Italia.

 

Quello che sembra sicuro è che si aspetterà a prendere una decisione definitiva. Almeno si vorrà vedere la prosecuzione del contagio come andrà avanti, i prossimi provvedimenti del Governo e le decisioni del Coni.

 

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